martedì 9 gennaio 2007

Il fumetto della settimana


Titolo: Garrett: ucciderò ancora Billy the Kid n.1 (di 4)
di: Recchioni, Burchielli, Dell'Edera, Casali e Gianfelice
Editore: Alta Fedeltà – Edizioni BD , 2006
Formato: 17 x 24, brossurato, copertina a colori, 64 pagg. b/n
Prezzo: 5,00 €

Garrett era un esperimento che molti attendevano con curiosità e, a dirla tutta, un’idea talmente vecchia da diventare il massimo della modernità: fare fumetti “indipendenti” che avessero le ambizioni degli anni d’oro del mercato delle librerie fumettistiche (quelli pre-implosione).
Cioè un ritorno al prestigio e, soprattutto, ai numeri di Il Potere e la Gloria e Pulp Stories, ovvero i presupposti della Factory in cui militarono Recchioni e Cajelli.
A questo, per la verità, bisogna aggiungere che è la prima volta, da molto tempo, che una casa editrice “non major” investe tanti soldi negli stipendi degli autori, nella cura editoriale e nella pubblicità di un prodotto da libreria. Complimenti.
A Lucca, il successo della mini-serie è sembrato palese, segno che, al di là dell’indubbio valore degli autori, quando i fumetti vengono presentati bene, il ritorno c’è.
Un plauso quindi alla BD, sperando che Garrett possa aprire la porta anche ad altri progetti con autori meno noti e stabilire uno standard nell’editoria da comic shop.
Per quanto riguarda l’aspetto meramente fumettistico, devo dire che un minimo di prevenzione nei confronti della storia ce lo avevo, in quanto avevo paura di trovarmi davanti a un fumetto che non mi piacesse. Ed invece Recchioni ha tirato fuori un’ottima storia, che ha nel ritmo e nella caratterizzazione i punti di forza. Senza cedimenti.
Personalmente, anche i “colpi bassi” di cui Roberto ha parlato in un’intervista per De:Code mi sono sembrati molto più naturali che certe soluzioni viste in altri suoi fumetti recenti.
E se Recchioni fa la parte della star, anche i disegnatori delle due storie da lui scritte, ovvero Burchielli e Dell’Edera, non se la cavano male, anzi…
Un plauso alla consueta maestria nello storytelling da parte del Werther nazionale, anche se devo dire che le chine di Recchioni non mi sono sembrate adattissime al suo stile.
La back-up story di Casali sembra anch’essa molto interessante, e i disegni di Gianfelice mi sono parsi ottimi.
In conclusione, se le premesse sono queste, ci si può solo augurare che Garrett continui così.

recensione di Antonio Solinas tratta da De:Code.

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